La Valle nella storia
Tutta la regione era un tempo coperta da uno spesso mantello di tufo, prodotto dal consolidamento dei materiali esplosi in varie fasi, intorno a 600.000 anni fa, dal vulcano Volsino, il cui cratere è oggi occupato dal lago di Bolsena. I calanchi sono il frutto della progressiva erosione della coltre di tufo, che ha fatto emergere le fragili argille sottostanti, continuamente modellate dalle acque e dal vento, dando luogo a forme bizzarre e continuamente mutevoli. Un paesaggio da sempre affascinante e drammatico per la sua estrema vulnerabilità e complessità, generato dalle forze della natura, a cui ha contribuito fino a qualche decennio fa anche il paziente lavoro dell’uomo.
Il paese si trova su un antico asse viario di importanza strategica, che ancora in epoca romana collegava il lago di Bolsena con la valle del Tevere. Oggi tale percorso è quasi completamente sparito, interrotto dai ripetuti crolli dovuti all’erosione e ai terremoti. Lo si vede con chiarezza tra Bagnoregio e Civita, la dove nel tempo il crinale di terra che li collegava si è abbassato di decine di metri, determinando il crollo dell’ultimo ponte storico in muratura. Il colpo di grazia fu dato da un bombardamento dei tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. Resti di un ponte molto antico ad una quota decisamente superiore rispetto all’attuale, sono visibili all’esterno della porta di Santa Maria, che da accesso a Civita. Il tratto urbano dell’antico percorso tra Bolsena e il Tevere resta invece visibile nel corso di Civita, il vero e proprio decumanus maximus dell’impianto urbanistico, prima etrusco e poi romano, itinerario che è rinvenibile anche nel corso di Bagnoregio. Del tratto di percorso tra Civita e il Tevere restano invece pochi resti, a tratti lastricati, sui banchi di tufo rimasti a punteggiare ad intermittenza l’antico itinerario.
- Cachi e vista calanchi della valle di Civita
- Vista giardino Palazzo Contino
- Vista giardino Palazzo Contino - La valle di Bagnoregio all'alba